Il pellegrinaggio

Chiama il padre e la madre e chiede che lo accompagnino in un pellegrinaggio ad Assisi.
Fu un'esperienza religiosa decisiva per la sua vita. Oltre a soddisfare la sua devozione al Santo Patrono del quale portava il nome, il viaggio divenne una vera ricerca vocazionale e fu determinante, ai fini della sua scelta, la visita ad alcuni romitori esistenti lungo la strada percorsa, e il colloquio avuto con gli eremiti che lì vivevano.

 

La scelta di vita eremitica

Quando ritornò a Paola, egli scelse di ritirarsi a vita eremitica in un podere messo a disposizione dagli stessi genitori e da alcuni parenti. Tutto questo avviene quando Francesco ha raggiunto l'età di circa 16 anni.
Per alcuni anni Francesco vive da solo in una grotta, praticando una vita eremitica segnata da preghiera, lavoro manuale, rigorose astinenze e digiuni. Il suo cibo è strettamente quaresimale, basato su erbe e legumi.
La sua presenza nella montagna di Paola e il tenore della sua vita non restano a lungo sconosciuti. Presto la gente accorre presso il suo romitorio. Come tutti gli eremiti, egli esercita un ruolo particolare di consigliere della gente, di loro fiduciario e depositario delle loro confidenze e problemi, di guida morale e religiosa, di interprete dei loro bisogni materiali e spirituali, di fustigatore dei cattivi costumi e delle sopraffazioni ingiuste.
Qualche prodigio da lui compiuto fa crescere la sua fama di uomo religioso e di santo, attirando così al suo eremo tanta gente, che viene anche da fuori del circondario di Paola, poi pian piano da tutta la Provincia di Cosenza e dell'intera Calabria.

I primi compagni

Tra i devoti e i curiosi ci sono le prime persone desiderose di una vita cristiana più impegnata, che trovano nel suo modello di vita un ideale e chiedono di mettersi al suo seguito. Francesco sa che deve modificare in parte la sua vita, ma li accoglie.
Non si può indicare alcuna data precisa per questo inizio spontaneo di aggregazione eremitica. Sono certamente gli anni che vanno dal 1435 al 1450.

 

La nascita della nuova Congregazione

L'aumento del numero degli eremiti e il successo che si crea sempre più attorno a Francesco, attira l'attenzione della Chiesa. Il movimento non può più essere ignorato. L'arrivo nella diocesi di Cosenza nel 1452 del nuovo arcivescovo, mons. Pirro Caracciolo, dà inizio ad una nuova fase.
L'arcivescovo segue di buon occhio il movimento e dà verbalmente il permesso della costruzione di una piccola chiesa, che avrebbe dovuto avviare il riconoscimento giuridico della nascente congregazione eremitica.
All'inizio della costruzione della chiesa, avviene un episodio straordinario: un frate, identificato in S. Francesco d' Assisi, corregge a Francesco le misure da lui stabilite, disegnando una chiesa dalle dimensioni più grandi.
Ma non c'è solo il consenso attorno al giovane eremita e ai suoi compagni. Lo stile della loro vita povera e penitente richiama molto da vicino quello vissuto dai Fraticelli, movimento eterodosso originato dall' osservanza francescana.
Roma si preoccupa e invia nel 1467 un visitatore apostolico nella persona di Baldassarre de Gutrossis, originario della cittadina di Spigno in Liguria, esperto di diritto canonico e personaggio molto influente nella Curia romana.

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