In viaggio verso la Francia

Durante la permanenza in Sicilia succede qualcosa di straordinario, che rivoluzionerà la vita di Francesco. Luigi XI, re di Francia, ammalato gravemente di apoplessia, spera e cerca in tutti i modi di guarire pienamente dalla malattia: non bastano né le cure mediche, né il ricorso a reliquie di santi e a guaritori, che pullulano attorno alla reggia.
Un mercante napoletano, Matteo Coppola, parla di Francesco e dei suoi miracoli. Il re scrive al papa Sisto IV e al re di Napoli Ferrante d'Aragona perché ordinino all'Eremita di recarsi in Francia per guarirlo. Il papa e il re fiutano i vantaggi politici che possono derivare da questo favore reso a re Luigi e si premurano di accontentarlo.
Corre l'anno 1482. Iniziano frenetiche trattative per indurre Francesco ad accogliere l'invito. Presa la decisione, ai primi di febbraio del 1483 dal romitorio di Paterno Calabro parte alla volta della Francia.
Il trasferimento in Francia determina nella vita di S. Francesco di Paola un cambiamento radicale. Egli continua nella sua vita di sempre: preghiera intensa (trova una grotta anche nel parco reale del castello di Plessiz-Iez- Tours), forte austerità di vita (i francesi rimangono meravigliati della sua vita austera e solitaria), lavoro manuale (lavora nell'orto per coltivare la verdura per il suo nutrimento quaresimale).
Ma le condizioni di vita attorno a lui sono cambiate: non è più l'ambiente contadino e popolare della Calabria, ma quello urbano di una città reale, crocevia dell'Europa politica del tempo, incontro di culture diverse, banco di prova dei fermenti riformistici della Chiesa. L'Eremita di Paola si trova catapultato, senza volerlo, in questa nuova realtà, nella quale però si muove con la saggezza e la prudenza dell'uomo di Dio.
Sta accanto a Carlo VIII, come aveva promesso a Luigi XI morente; e il giovane monarca accetta questa vigilanza spirituale e ama incontrarlo quasi ogni giorno per consigliarsi con lui.
Si interessa dei problemi politici della Francia e dell'Europa, risolvendo pacificamente le questioni pendenti tra la Spagna e la Francia. Si interessa dei problemi politici riguardanti la Santa Sede e il suo regno. Osserva quanto avviene a corte e scrive ripetutamente al Papa perché prenda i necessari provvedimenti per scongiurare i pericoli della guerra.
Non sappiamo, durante le guerre d'Italia con Carlo VIII prima e Luigi XII, quale atteggiamento egli abbia preso: certamente pregò per l' incolumità di Carlo VIII, ma probabilmente si schierò con chi vedeva nell'intervento di Carlo VIII una soluzione per la riforma della Chiesa e la difesa delle coste italiane dal pericolo turco. Il giovane re di Francia veniva presentato da tutti come l'inviato di Dio.

 

Presso la corte di Francia

La sua persona diventò un punto di riferimento in Francia per quanti desideravano ardentemente la riforma della Chiesa. Il suo stile di vita incarnava i valori della semplicità evangelica, del superamento della mondanità e della secolarizzazione, considerati i mali dominanti della Chiesa del tempo. Gli spiriti più attenti guardano a lui. Ed egli sostiene Carlo VIII nelle sue iniziative riformiste, come l'Assemblea per la riforma della Chiesa in Francia del 1493, celebrata proprio a Tours, durante la quale, anche se indirettamente, egli è punto di riferimento anche da parte di coloro che non vedono di buon occhio la sua presenza in Francia e la sua fondazione.

 

 

 

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